Su 36.140 neonati sottoposti a screening, 4 sono risultati affetti e sono stati trattati con la terapia genica
San Pietroburgo (Russia) – In Italia, lo screening neonatale per l’atrofia muscolare spinale (SMA) è già attivo in dodici regioni e in via di introduzione in altre quattro. Il pannello di screening italiano è leader in Europa per numero di condizioni indagate, e alle nostre spalle c’è la Russia, che dal 2019 al 2023 ha ampliato il proprio programma portandolo da 5 alle attuali 36 patologie. La SMA, associata alla delezione omozigote dell’esone 7 nel gene SMN1, è una delle malattie neuromuscolari ereditarie più frequenti ed è la causa genetica più comune di mortalità infantile. Tuttavia, né in Italia, né in Russia, la SMA rientra fra le malattie ricercate a livello nazionale.
In Russia, un vasto progetto pilota (23.405 neonati, dei quali 3 sono risultati affetti) è stato condotto a Mosca dall’agosto 2019 al gennaio 2022. Un secondo studio, ancora più ampio, ha riguardato la città di San Pietroburgo, che con una popolazione di oltre 5.200.000 abitanti e un tasso di natalità di 52.000 neonati all’anno è una megalopoli rappresentativa della Federazione. I risultati di quest’ultimo studio, condotto da gennaio a novembre 2022, sono stati pubblicati sull’International Journal of Neonatal Screening.
Nei 36.140 neonati sottoposti a screening sono stati identificati tre genotipi: individui sani (35.364), portatori di delezione eterozigoti (772) e portatori omozigoti (4). Quest’ultimo dato fotografa un’incidenza di un neonato su 9.035, un risultato coerente con i tassi rilevati negli altri programmi di screening nel mondo: leggermente inferiore a quella precedentemente descritta in Russia (a Mosca), in Italia, Germania e Lettonia, ma superiore a quella rilevata negli Stati Uniti, a Taiwan, in Belgio, Australia, Canada e Cina. La frequenza dei portatori è risultata invece di 1 su 47.
Lo stato patologico dei neonati risultati positivi allo screening è stato poi confermato con metodi alternativi; due di loro avevano due copie di SMN2, mentre gli altri due ne avevano tre copie. Tutti e quattro sono stati trattati con la terapia genica onasemnogene abeparvovec (Zolgensma), approvata in Russia nel 2021. Grazie ai farmaci di recente sviluppo, infatti, ci si aspetta che i bambini affetti da SMA e trattati nella fase presintomatica abbiano uno sviluppo motorio e una qualità di vita migliori, nonché costi di malattia molto più bassi, rispetto a quelli identificati dai loro sintomi.
Lo screening è stato eseguito utilizzando come base tecnologica un test PCR in tempo reale con macchie di sangue essiccato (dried blood spot, DBS) chiamato GenomeX. Questo kit di analisi, sviluppato di recente in Russia, è stato inizialmente validato su campioni di DNA con genotipi noti. Il nuovo test presenta gli stessi limiti di altre tecnologie utilizzate nei programmi di screening per la SMA in tutto il mondo, come l’incapacità di rilevare le mutazioni puntiformi in SMN1, che rappresentano circa il 2-5% dei casi di SMA, e i portatori silenti (quelli con un genotipo chiamato “2+0”, un gruppo che costituisce dal 3 all’8% dei portatori). Ha tuttavia un indubbio vantaggio: può rilevare lo stato di portatore della malattia.
L’accuratezza del test nel rilevare la delezione omozigote SMN1 è stata rafforzata dal numero corrispondente di individui con mutazioni eterozigoti, e l’identificazione di 772 portatori consentirà in futuro l’implementazione di programmi per un’efficace prevenzione della SMA in queste famiglie. Secondo i ricercatori russi, infatti, il progetto diventerà la base per il passaggio allo screening preconcezionale, con l’ulteriore utilizzo di strumenti di prevenzione primaria e secondaria: preimpianto e diagnostica prenatale.
Il rilevamento della SMA presintomatica – scrivono gli autori dello studio – è la base della massima efficacia terapeutica, soprattutto per i pazienti con SMA di tipo I. Ma per migliorare significativamente il trattamento dei pazienti, il follow-up clinico e i test sui familiari, l’algoritmo dello screening neonatale dovrebbe fornire informazioni tempestive sul gene SMN1, sulla conferma dello stato della malattia e sul numero di copie di SMN2, senza trascurare le indicazioni sullo stato di portatore, fondamentali nella fase dell’assistenza pre-concepimento.